lunedì 16 maggio 2011

Filtro reale o virtuale?

Il filtro fotografico è un accessorio per modificare l’immagine, rispetto alle condizioni di
ripresa originarie dell’obbiettivo. Ne esistono molti tipi: neutro, UV/Skylight, polarizzatore,
conversione colore, correzione colore, infrarossi, creativi e per il bianco-nero. Montato
sopra l’obbiettivo crea un nuovo livello vetro-aria che deve essere attraversato dalla luce
per raggiungere la pellicola o il sensore. L’uso di un filtro reale genera quindi sempre una
minima perdita di definizione dell'immagine.
Con l’arrivo della fotografia digitale molti degli effetti dati dai filtri reali possono essere
aggiunti dopo lo scatto, con filtri virtuali, utilizzando i programmi di fotoritocco ed
eliminando la perdita di definizione. I filtri reali per la conversione e la correzione
colore sono stati addirittura sostituti da una funzione della macchina fotografica, quella
del “bilanciamento del bianco” che ci permette di impostare la tipologia di luce (naturale,
tungsteno, flash, ecc.). Si realizzano in post-produzione tutti i filtri virtuali creativi e quelli
per il bianco-nero. Provate a giocare con i filtri rosso/arancione/giallo/blu/verde nel
convertire una foto a colori in bianco-nero ed otterrete risultati sorprendenti! Perché?

Perché ogni filtro schiarisce il proprio colore e scurisce il suo complementare: ad esempio
un filtro giallo aumenta il contrasto tra le nuvole e il cielo scurendo l'azzurro di quest'ultimo;
i filtri arancione e rosso hanno un effetto simile, ma più marcato. Un filtro verde renderà
invece più chiare le foglie, mentre scurirà il rosso di un tetto o l'arancione di un frutto.
Ma quando invece vale la pena di montare un filtro reale sul nostro obbiettivo? E quali si
usano? I più comuni sono:
Il filtro neutro (opaco, di colore grigio e disponibile in diverse gradazioni) diminuisce
la quantità di luce che raggiunge il sensore e quindi permette di scegliere un tempo di
esposizione più lento o un diaframma più aperto, a seconda delle esigenze.
Il filtro neutro si monta quindi soprattutto per ovviare ad una forte sovraesposizione non
altrimenti evitabile. Viene spesso utilizzato per fotografare onde, fontane o cascate perché
il notevole aumento del tempo di esposizione rende l'acqua in movimento più fluida e
uniforme; oppure in fotografia architettonica perché l'aumento del tempo di esposizione fa
sparire i soggetti indesiderati per effetto del loro stesso movimento.
Il filtro UV (lente di cristallo trasparente) e il filtro Skylight antifoschia (un filtro UV color
salmone) assorbono le radiazioni ultraviolette eliminando la componente azzurrina della
luce ma oggi, con le digitali, i loro effetti sono trascurabili e quindi vi consiglio di usarli
non per gli effetti sulle immagini ma proprio come scudo per proteggere la lente frontale
dell'obiettivo. Se non amate l’effetto della vignettatura con i grandangoli spinti è meglio
acquistare filtri slim (con la ghiera sottile solo 3 mm).
Il filtro polarizzatore è utile per ottenere in ripresa una “saturazione naturale" dei colori
perché blocca la luce riflessa da molte superfici (non metalliche), che è polarizzata. Scuro,
montato su una ghiera rotante per orientare l'asse di polarizzazione per aumentarne
o diminuirne l'effetto, ruba un paio di spot all’esposizione. Usandolo è però possibile
restituire la trasparenza a vetrine, finestre ma anche ai colori dell'acqua illuminata dal
sole, che altrimenti apparirebbe bianca e troppo chiara a causa dei mille riflessi. Allo
stesso modo, il cielo viene reso più terso e saturo bloccando la luce riflessa del vapore
acqueo presente nell'aria risulta un grande alleato dei marinai-fotografi.
Buona luce =)
Tiziana Chieruzzi